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 Attività


 incontri 2014-2015


 

Giardino dei Ciliegi & Società Italiana delle Letterate

Archivi dei sentimenti e culture femministe

dagli anni Settanta a oggi

Firenze, Il Giardino dei Ciliegi, 6-7-8 dicembre 2014

 

Partecipano

 

Alessia Acquistapace Alessia Acquistapace fa parte del Laboratorio Smaschieramenti di Bologna e al momento ha una borsa di dottorato in Antropologia culturale e sociale all'Università di Milano-Bicocca. Il suo lavoro di ricerca è profondamente intrecciato al lavoro politico di Smaschieramenti e della rete di collettivi e singol@ transfemministi e queer SomMovimento NazioAnale, ed è incentrato sulle relazioni d'affetto, intimità e cura oltre la coppia e sulle loro implicazioni economiche nel contesto del capitalismo cognitivo / postfordista.

In passato si è occupata anche di semiotica in una prospettiva di genere e intercultura. Ha lavorato come insegnante di italiano come seconda lingua, impiegata, istruttrice di arrampicata sportiva, babysitter e altro.

Recentemente ha pubblicato “Decolonizzarsi dalla coppia. Una ricerca etnografica a partire dall'esperienza del Laboratorio Smaschieramenti” in L'amore ai tempi dello tsunami. Affetti, sessualità, modelli di genere in mutamento a cura di Chiara Martucci e Gaia Giuliani (Ombre Corte, 2014) e “La normale emergenza della seconda lingua” in La trappola della normalità a cura di Roberta Bonetti (Seid, 2014). La sua tesi di laurea, che riprende e amplia l'autoinchiesta sulle relazioni svolta con le compagne/i/u di Smaschieramenti, è scaricabile sotto licenza creative commons dal blog del laboratorio alla pagina http://smaschieramenti.noblogs.org/post/2013/07/15/relazioni-senza-nome/

 

Joan Anim-Addo is Professor of Caribbean Literature and Culture at Goldsmiths, University of London and Director of The Centre for Caribbean Studies. Her recent publications include the poetry collection, Janie Cricketing Lady (2006); and literary history, Touching the Body: History, Language and African-Caribbean Women’s Writing (2007 Her co-edited Special Issues include Feminist Review  Affect and Creolisation (2013) and Black British Feminisms (2014). Collaborating with Odaline de la Martinez, she has developed ‘The Crossing’ from Imoinda or She Who Will Lose Her Name (2003, 2008).

The Crossing – Slavery Opera Trilogy

 (UK Premiere)

Fifth London Festival of American Music

Event: Concert I: OPERA & MORE featuring The Crossing

Place: ‘The Actors Church, Covent Garden, Bedford St, London WC2E 9ED

Date: Friday 7 November

Time: 7:15 Raymond Yiu talks to Odaline de la Martinez (Composer) & Joan Anim-Addo (Librettist) of The Crossing – Slavery Opera Trilogy

8:00 OPERA & MORE

Abstract

 "Immigrant, Black, Feminist: Working Memory; Writing Imoinda"

 This presentation draws on memory to consider key shifts in the identity of a black travelling woman, at once a Londoner and from the Caribbean, a professor whose grandmother could neither read nor write, and an author whose writing about feminism continually strives to find its own level, not the least in relation to the feminism with which she grew up and which never carried a name. Embracing the invitation to be simultaneously im/politic and autobiographical, I reflect upon issues of identity, and affective memory. Specifically, I consider how these connect with my writing that habitually engages the personal and the political. I focus particularly on the writing of Imoinda: Or She Who Will Lose Her Name – A Play for Twelve Voices in Three Acts / Imoinda, Colei Che Perde Il Nome.  Opera dodici voci in tre atti, traduzione, di Giovanna Covi e Chiara Pedrotti (2003). [vedi saggio in Letture]

 

Emma Baeri Parisi è stata ricercatrice di Storia moderna all'Università di Catania. Diritti, cittadinanza, archivi sono le parole guida del suo percorso di ricerca. Negli anni Ottanta s'impegna con altre alla nascita della Società italiana delle storiche. Nel 1997 scrive la Proposta di Preambolo alla Costituzione italiana guardando a Olympe de Gouges e al modo di inscrivere le differenze dei corpi nell'uguagalianza dei diritti. Oggi si dedica al dialogo con  nuovi gruppi femministi. Tra le sue pubblicazioni: I lumi e il cerchio. Una esercitazione di storia (ed. Riuniti 1992); con Annarita Buttafuoco, Manifesti del movimento politico delle donne in Italia (Protagon 1997);  con Sara Fichera, Inventari della memoria (Angeli 2001); Dividua. Femminismo e cittadinanza (Il poligrafo 2013). http://www.levoltapagina.it/

Abstract

Se il contenuto del patto di cittadinanza – diritti e doveri, garanzie e vincoli – non è rivolto a un individuo astratto universale ma a una persona con un corpo di donna, cambia qualcosa? C’è forse un “resto” ? Quale sarebbe la sostanza di questo resto? E in quale forma potrebbe essere costituzionalizzata? Insomma, come può configurarsi un differente nesso tra diritto e diritti, tra libertà e tutela, se la cittadina afferma il suo diritto – un diritto impensato? – a portare nella polis l’intera esperienza del suo corpo biostorico?

 

Clotilde Barbarulli: Fra i miei impegni è centrale quello nell’Associazione Il Giardino dei Ciliegi di Firenze per le attività politico-culturali (www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it) curando con altre amiche  incontri e dibattiti sui femminismi, la politica, l’intercultura, la precarietà, le discriminazioni,valorizzando il pensiero e la pratica di donne.  Inoltre collaboro alla Libera Università di donne e uomini Ipazia, un confronto fra diverse generazioni sull’abitare la città e il territorio. È importante anche il lavoro di riflessione su autrici nel gruppo ‘fiorentino’ della Società italiana delle letterate, perché la lettura per me è un percorso non solo individuale ma anche di dialogo e scambio, un viaggio iniziato al Giardino dei Ciliegi con “Parola di donna”. Fra le mie passioni le autrici 800/900 e le scrittrici migranti. Collaboro a Le monde diplomatique/il manifesto e a Letterate Magazine on line. Fra le pubblicazioni, ricordo con Luciana Brandi, I colori del silenzio. Strategie narrative e linguistiche in Maria Messina,ed. Luciana Tufani 1996; con Liana Borghi, Forme della diversità. Genere, precarietà e intercultura, Cuec 2006; Il sorriso dello stregatto. Figurazioni di genere e intercultura, ETS 2010; con Monica Farnetti, Corrispondersi, fasc. 49 di Nuova Prosa 2008. Fra i saggi in volumi collettanei, “La vita vera: note su Rosa Luxemburg”, in Storia delle donne, 4/2008. Nel 2010  Scrittrici migranti. La lingua, il caos una stella, frutto di interessi, letture e relazioni affettive e politiche. Nel 2011 “Storia, corpi e mondi in testi migranti” negli atti Cirsde, World wide women. Globalizzazione, generi, linguaggi, vol. 3 on line; “La vetrina globale: oggetti, corpi, merci, feticci” (Scuola estiva di Duino, 2012) e "Archivi del mare salato"  www.interculturadigenere.eu - [contributo su Letture]

 

Elena Biagini, nata a Pistoia, fiorentina d'adozione, vive e lavora a Roma dove insegna lettere in un liceo. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca all'Università La Sapienza in Studi di genere sulla storia del movimento lesbico. Lesbica militante fin dai primi anni Novanta, da sempre in Azione gay e lesbica, ha fatto parte del Coordinamento Facciamo Breccia e tra le varie esperienze a cui ha contribuito segnala il Alziamo la testa di Verona, la II e III settimana lesbica,  l'esperienza dei social forum ed in particolare il collettivo 8 marzo, le manifestazioni contro la violenza maschile sulle donne del 2007 – 2008 e FLAT, le 5 giornate lesbiche, Radio Onda Rossa e in specifico il martedì autogestito da femministe e lesbiche.

Tra le pubblicazioni: “R/esistenze – giovani lesbiche nell’Italia di Mussolini ”Nerina Milletti in  Fuori dalla norma: storie lesbiche nell’Italia del primo novecento a cura di Luisa Passerini e Nerina Milletti (Rosenberg & Sellier 2007) e la cura degli atti del convegno organizzato a Firenze nel novembre 2009 da Azione gay e lesbica Una ribellione necessaria. Lesbiche, gay e trans: 40, 30 e 20 anni di movimento. Ha collaborato a varie pubblicazioni tra cui Quir mensile fiorentino di vita e cultura lesbica e gay e non solo, Bollettina del CLI, Queer, supplemento di Liberazione.

 

 

Barbara Bonomi Romagnoli, sono nata a Roma nel 1974, sono giornalista professionista freelance [modo elegante per dire precaria], apicoltrice ed esperta di analisi sensoriale del miele. Da vent’anni mi interesso di studi di genere e femminismi, ho partecipato a seminari, incontri, workshop e convegni sulla storia e i movimenti politici delle donne in Italia e all’estero. Dal 2008 collaboro part-time con la Iowa State University-College of Design. Qui trovate un po' di miei lavori www.barbararomagnoli.info e qui curiosità sulle mie api www.bioro.it

 

Abstract

A partire dalla mappatura che ho ricostruito nel libro "Irriverenti e libere. Femminismi nel nuovo millennio" presento una breve carrellata di singole e gruppi sparsi sul territorio, reti nazionali e collettivi capaci di innovazione nel linguaggio e nelle forme della politica, dal Duemila a oggi: dal provocatorio “La disobbedienza ha le zinne” di Assalti a-salti ai laboratori delle Acrobate, dalla scuola delle Giacche Lilla delle Sconfinate al “Manuale delle Galline Ribelli” di A/matrix, dal LadyFest alle voci che tessono Trama di Terre, dal Sexyshock di Bologna a Slavina e alla Fem Conference, dall’eterea Ella De Riva alle donne del Centro documentazione e cultura della donna di Bari, dalle esperienze collettive di Sommosse, Punto G, le Lucciole, Facciamo Breccia, le TerreMutate, lo Sciopero delle donne fino a collettivi come Femminile Plurale, Smaschieramenti, le Cagne Sciolte e tanti altri. 

Una piccola introduzione per dare delle parole comuni su cui ragionare insieme.

 

Liana Borghi: dal 1996 socia fondatrice della  Società Italiana delle Letterate e referente per l’Università di Firenze di ATHENA, la rete tematica europea Socrates di women’s studies. Ha contribuito   ai volumetti di Travelling Concepts in Feminist Pedagogy: European Perspectives (York, 2006) on line su <http://www.travellingconcepts.net/>,  e alla raccolta di saggi  Interculturality and Gender (London, 2009) a cura di Joan Anim-Addo et al. on line su <www.atgender.eu/uploads/files/interculturality-and-gender.pdf>. Dal 2001 si è dedicata  all’organizzazione di Raccontar(si), un Laboratorio estivo sui temi dell’intercultura di genere. Quattro raccolte dei saggi presentati al Laboratorio sono  uscite a cura sua e di Clotilde Barbarulli – v. "Prospettive libertarie e strategie queer in una scuola estiva" A/Rivista anarchica, n. 385, 2013-14. Ha curato con Francesca Manieri e Ambra Pirri Le cinque giornate lesbiche in teoria (Ediesse, 2011). Tra i suoi altri saggi: "Tramanti non per caso: divergenze e affinità tra lesbo-queer e terzo femminismo" in Altri femminismi. Corpi Culture Lavoro a cura di Teresa Bertilotti et al. (Manifestolibri, 2006): 19-36; "Connessioni transatlantiche: lesbismo femminista anni ’60-70, Genesis X/2, 2011: 41-64;  "In the Archive of Queer Politics: Adrienne Rich and Dionne Brand Listening for Something", in World Wide Women. Globalizzazione, generi, linguaggi, a cura di  L. Ellena, L. Hernández Nova e C. Pagnotta, CIRSDE vol. 4, 2012 on line: 113-126; "Assemblaggi affettivi: l’amore al tempo del quantoqueer" in L'amore ai tempi dello tsunami, a cura di G. Giuliani,  M. Galetto, C. Martucci (Ombre Corte 2014): 207-216. Dirige ora con Marco Pustianaz la collana àltera (ETS, Pisa) per la quale ha curato Zami di Audre Lorde (2014). [contributo su Letture]

 

Elisa Coco si è laureata in scienze della comunicazione a Bologna nel 2003 e nello stesso anno ha fondato, con altre donne, il progetto politico e professionale Comunicattive, agenzia di comunicazione e organizzazione eventi (www.comunicattive.it) e omonima associazione culturale femminista (www.associazionecomunicattive.it). Ha fatto parte di diverse esperienze politiche femministe e da anni partecipa al percorso su genere e intercultura promosso dalla Società Italiana delle Letterate e dal Giardino dei Ciliegi, insieme alle compagne del collettivo Le Acrobate.

 

 

Anna Maria Crispino, napoletana doc, dopo 25 anni trascorsi a Roma curiosamente da un certo tempo vive sulle sponde di un lago. Giornalista professionista, ha lavorato in diverse testate (noidonne, Rinascita, l'Unità, agenzia di stampa AGI). Attualmente dirige la rivista di libri letture e linguaggi Leggendaria - che ha fondato nel 1986 - ed è direttore editoriale della casa Iacobelli di Roma, che annovera tra le sue collane "Workshop" che raccoglie saggi di riflessione, spesso a più voci, di donne. Tra le fondatrici della Società Italiana delle Letterate, ha lavorato sul pensiero di Rosi Braidotti curando e/o traducendo alcune sue opere: Madri mostri e macchine (1996, II ed ampliata 2005), Soggetto nomade (1995), Nuovi soggetti nomadi (2002), Trasposizioni (2008). Tra le sue pubblicazioni recenti: Padri. Tre memoir italoamericani (2010), "Come cambia il sogno d'amore" in Riscritture d'amore a cura di Paola Bono (2011), Passaggi d'età. Scritture e rappresentazioni (2013, a cura di, con Monica Luongo). Per la sua cura è in preparazioni (febbraio 2015) una nuova edizione ampliata di Oltrecanone. Per una cartografia della scrittura femminile.  

 

Paola Di Cori è una femminista italo-argentina. Ha insegnato studi culturali e gender studies in diverse università in Italia e all’estero. Tra le sue pubblicazioni più recenti, Asincronie del femminismo (ETS, 2012); Dossier Favre. Michel de Certeau e l’Introduction al Mémorial (a cura, insieme a Edoardo Prandi), 2014, in www.micheldecerteau.eu; e i saggi: "Sarah Kofman. Filosofa impertinente, scrittrice senza potere", in Lo Sguardo, n.11, 2013; Un avvenire promettente, forse. "Appunti su Foucault, storici e storiche in Italia", in Contemporanea, aprile-giugno 2014; "Non solo polvere. Soggettività e archivi", in Archivi delle donne in Piemonte. Guida alle fonti, a cura di Paola Novaria e Caterina Rocco (Torino, 2014).[contributo su Letture]

 

 

Sono Sara Catania Fichera, femminista e architetta, vegetariana da 30 anni. Mi firmo con i cognomi di entrambi i genitori in rigoroso ordine alfabetico da circa due anni. Mi sono laureata al Politecnico di Milano con il gruppo Vanda e una tesi intitolata Luoghi politici e spazi urbani del movimento femminista a Catania. La mia tesi di laurea è all’origine della relazione affettiva e politica con Emma Baeri, e Emma è stata co-relatrice della mia ricerca. Dopo la laurea ho continuato a cercare e legare nessi fra femminismo e attività professionale. Mi sono scoperta archivista imprevista e, dopo aver frequentato un corso sugli Archivi di persona presso la sede dell’Unione Femminile Nazionale a Milano, ho inventariato insieme a Emma l’archivio del Coordinamento per l’Autodeterminazione della Donna a Catania. Successivamente abbiamo depositato il fondo C.A.D. presso l’Archivio di Stato della nostra città. Da questo lavoro è nato, con la doppia cura, il volume Inventari della memoria. L’esperienza del Coordinamento per l’Autodeterminazione della Donna a Catania, edito da Franco Angeli per la Fondazione Elvira Badaracco nella collana “Letture d’archivio”. Ho partecipato come relatrice allo Sconvegno, nella sua edizione milanese, con un intervento intitolato Giocare con i modelli successivamente pubblicato su Generazioni di donne a sconvegno, Stripes edizioni. Nel tempo, ho fatto visite guidate per studenti alla Mostra dei manifesti del movimento politico delle donne Riguardarsi, a Catania, Udine e Cosenza, e più volte ho raccontato ad alcune scolaresche la storia del femminismo a partire da me. Ho collaborato alla costruzione dell’Archivio del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini a Catania; ho frequentato due volte la Scuola estiva di Storia delle donne di Pontignano, la seconda volta attraverso una borsa di studio. Ho partecipato nel corso degli anni a svariati convegni, iniziative, seminari femministi in giro per l’Italia. Ai tempi del Movimento dei movimenti, frequentando il Catania Social Forum, insieme ad altre amiche e compagne, ho fondato il collettivo femminista Altrabitare; in quel periodo ho conosciuto, nel corso di un convegno romano, Silvia Macchi e Maria Carla Baroni, insieme a loro e Annalisa Marinelli ho realizzato l’Autoinchiesta sull’abitare delle donne. Contemporaneamente ho svolto la libera professione di architetta presso il mio studio professionale situato ad Acireale e fin dalla fine dell’Università sono componente di Collettiva Geologika, laboratorio-studio di progettazione nomade, che si occupa di divulgare le politiche e la cultura delle costruzioni in terra cruda, e che ha varie sedi o punti “G” disseminati per l’Italia.

Geologika nasce dal desiderio di alcuni e alcune componenti il collettivo misto universitario di cui facevo parte: Fuori Koma – R.O.S.Po. (Riscossa Omosessuale Studenti Politecnico). Il collettivo, muovendosi fra università e centri sociali autogestiti, si occupava di relazione di potere fra i sessi, corpo, spazio e sessualità. Da più di un anno faccio parte del gruppo femminista catanese Le Voltapagina e da otto mesi della Collettiva Ragazze Sole, un piccolo collettivo di autocoscienza nato per desiderio mio e di alcune altre compagne del gruppo. [contributo su Letture]

 

Olivia Fiorilli: Ho fatto parte di numerosi gruppi e reti (trans)femministe e queer. Dopo aver conseguito un dottorato in studi di genere presso l’Università la Sapienza di Roma mi sono recentemente trasferita a Lisbona per lavorare come post-dottoranda all’Instituto de Ciências Sociais nell'ambito del progetto TRANSRIGHTS, coordinato da Sofia Aboim.

Trovate diverse cose da scaricare su academia.edu   (https://lisboa.academia.edu/oliviafiorilli), e in cartaceo Il re nudo, per un archivio drag king in Italia, a cura di Michela Baldo, Rachele Borghi, Olivia Fiorilli (ETS 2014); e  "Biomedicina. affari di donne" in Femminismi a parole, grovigli da districare, a cura di Sabrina Marchetti, Jamila Mascat, Vincenza Perrilli (Ediesse 2012).

 Abstract

Nelle sabbie mobili del biocapitalismo e della sua attuale ristrutturazione dispositivi di soggettivazione, meccanismi di sfruttamento e forme di estrazione di valore stanno collassando sempre più profondamente l’uno nell’altro, come in molt@ denunciano ormai da tempo. Per questo lo sciopero de/dai generi, parola d’ordine che cresce e prende forma nelle reti trans-femministe e queer come il Sommovimento nazionale con cui si incrocia la mia biografia im/politica, è oggi in grado di farsi paradigma generalizzabile della sottrazione cooperante ai dispositivi di messa a valore e sfruttamento e contemporaneamente di sabotaggio dell’"ordine delle cose". In questo intervento voglio frugare negli archivi affettivi e politici dei (trans)femminismi in cerca di pratiche possibili di dis-identificazione e infedeltà a partire dalla condizione di “ricercatrice queer” precaria in movimento tra i sud dell’Europa.  

 

Sabrina Marchetti è attualmente ricercatrice presso l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole. Dopo la laurea in Filosofia morale alla Sapienza di Roma (2002), si è specializzata in Studi di genere prima presso l’Università di Siena prima e all’Università di Utrecht in Olanda. Nel 2010, ha completato un dottorato sul tema del lavoro domestico migrante in una prospettiva postcoloniale. Si occupa in generale di migrazione, diritti, cittadinanza, e trasformazioni del mercato del lavoro in un’ottica intersezionale. Fra le sue pubblicazioni in italiano: Le ragazze di Asmara. Lavoro domestico e migrazione postcoloniale (Ediesse 2011), Femministe a parole. Grovigli da districare (Ediesse 2012, con Jamila Mascat e Vincenza Perilli), e Made in Italy. Identità in migrazione (n. 28 di Zapruder, con Andrea Brazzoduro e Enrica Capussotti). Fa parte (o ha fatto parte) di diversi gruppi quali Respect NL, il Coordinamento donne contro il razzismo, GRaSe, Kespazio! Per una ricerca queer e postcoloniale e della redazione di ZapruderWorld. È la referente in Europa del Research Network for Domestic Workers’ Rights. Per più info: www.sabrinamarchetti.net

 

Lisa Marchi ha concluso il suo dottorato in Letterature comparate e Studi culturali all’Università di Trento nel 2011. Ha trascorso periodi di ricerca alla UCLA, McGill University (Istituto di Studi Islamici) e alla Libera Università di Berlino. I suoi attuali interessi di ricerca includono la letteratura della diaspora araba, gli studi di genere e l’intercultura, la teoria degli affetti e le teorie del quotidiano.

Lisa è attualmente ricercatrice in visita presso il Centro Transdisciplinare di Studi di Genere (Università Humboldt, Berlino), dove sta lavorando al libro “Liminal Tensions: Women of the Arab Diaspora.” Tra le sue pubblicazioni: “Ghosts, Guests, Hosts: Rethinking ‘Illegal’ Migration and Hospitality in Arab Diasporic Literature” in Comparative Literature Studies 51.4 (December 2014); “Paradossi dell’allegoria.” L’allegoria: teorie e forme tra Medioevo e modernità. Trento, 2010: 237-254; “Contaminazioni tra jazz e letteratura. Un’analisi del romanzo Arabian Jazz di Diana Abu-Jaber.” Intersezioni. Rivista di storia delle idee. 1.4 (2010): 137-144.

 Abstract

"Pazienza: un sentimento da archiviare?"

Non è stata trovata alcuna voce d'indice. Cosa significa parlare di pazienza in tempo di crisi? Può essere la pazienza una forma di resistenza per reagire alla/e crisi che ci colpiscono nel quotidiano, per non soccombere alla rassegnazione, alla dis-affezione, alla rabbia? Esiste una teoria della pazienza e soprattutto, cosa intendiamo quando parliamo di una pratica della pazienza?

Queste sono alcune delle questioni che vorrei discutere insieme a voi, attingendo dal mio archivio personale di memorie. Di recente, mi sono resa conto che la mia vita è un lento accumularsi di esperienze migratorie, lavorative, affettive, attraversate da un sentimento che viene normalmente guardato con sospetto, se non addirittura ritenuto impopolare: la pazienza.

Di questo sentimento dunque si parlerà nel mio intervento e del suo doppio: l’impazienza.

 

Pamela Marelli, 39 anni, laureata in storia con una tesi sul movimento femminista bresciano degli anni ‘70, si è occupata per anni di migrazione e intercultura, sia per lavoro (per un decennio è stata operatrice di uffici per stranieri) che per impegno politico (è attivista di un’associazione antirazzista).

Ha curato l’editing del libro “Il bagaglio invisibile. Storie di vita e pratiche di mediazione interculturale”, esito del corso per la formazione di donne mediatrici (Progetto Equal). Sollecitata da questa esperienza ha compilato una ricerca storica dal titolo “Il bagaglio in-visibile. Esperienze di migrazione e mediazione culturale di un gruppo di donne straniere radicatesi a Brescia” che ha vinto, ex aequo, nel 2004, il Premio Dolores Abbiati promosso dalla Fondazione Micheletti.   La passione per la ricerca storica l’ha portata, nel 2008, a registrare le storie di lavoratrici tessili, raccolte nel libro “Tessendo abiti e strategie. Esperienze e sentimenti di operaie bresciane”.

Recentemente ha scoperto che “da grande” vuole fare la bibliotecaria, trasformando l’amore per i libri in professione, ed ora si muove in questa nuova stimolante direzione.

In occasione del seminario sui femminismi, rileggerà il percorso esperienziale fatto, a partire dalla nuova ricerca in corso: archivi dal mare salato, una narrazione delle stragi marine e della loro rappresentazione nelle culture pubbliche.

 

 

Chiara Martucci, Ph.D. in studi politici, ricercatrice indipendente nell'area degli studi culturali e di genere, attivista transfemminista e queer. Dal 2006 attiva nella produzione e promozione di film documentari e co-organizzatrice del festival di cinema documentario Docucity – documentare la città  dell'Università di Milano.

Tra le sue pubblicazioni: Generazioni di donne a Sconvegno (a cura di, con AA.VV),  Stripes 2003; Tre concetti di libertà: una rassegna critica, Torino 2008. L'amore ai tempi dello Tsunami. Affetti, sessualità e modelli di genere in mutamento, (a cura di) con Gaia Giuliani e Manuela Galetto, Verona 2014.

 

 

 

Federica Paoli, dopo la laurea in lettere, nel 2008 ha conseguito un Dottorato di ricerca in Storia delle scritture femminili presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi dedicata alle riviste femministe a Roma negli anni Settanta. Ha pubblicato il volume Pratiche di scrittura femminista. La rivista «Differenze» 1976-1982 (Franco Angeli, Milano 2011) e diversi articoli in rivista dedicati al movimento femminista e alle scritture femminili (Genesis, Zapruder, Bollettino di italianistica), nonché contributi di carattere letterario in pubblicazioni destinate alla scuola (Rosa fresca aulentissima, Loescher, Bologna 2010). È cultrice della materia in Letteratura italiana moderna e contemporanea.

Collabora come consulente per la realizzazione di prodotti editoriali per Enti e Associazioni pubbliche e private e insegna materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado. È socia di Archivia Biblioteca Archivi Centri Documentazione delle Donne e ha lavorato al progetto Selfhelp: riparliamone.

 Abstract

 La rivista Differenze ha rappresentato nel mio cammino di conoscenza del femminismo degli anni Settanta un punto di svolta. Come giovane ricercatrice ero alle prese con un faticoso e irrealizzabile bisogno di sistematizzazione, di comprensione, di chiarezza. Non ho trovato, naturalmente, tutto questo in Differenze ma scoprire e analizzare questa rivista mi ha permesso di trovare una chiave per capire come leggere e cercare di raccontare qualcosa del femminismo degli anni Settanta senza tradirlo e senza tradirmi. Nei suoi dodici fascicoli, infatti, Differenze raccoglie le voci, tante, diverse e talvolta in disaccordo, dei collettivi femministi romani di quegli anni (1976-1982) che hanno curato ciascuno un diverso numero della rivista. Non c’è un Femminismo unico e monolitico, nelle pagine di Differenze ma ci sono il bisogno di raccontarsi, di confrontarsi, di difendere la specificità della propria ricerca e pratica di gruppo e la necessità di metterla in comune, di depositarla anche in un “castello di carta”, quale erano le pagine di una rivista, per farla risuonare e vivere nel tempo e nello spazio. La pratica politica e la pratica della scrittura entrano in cortocircuito, generando quel movimento di saperi, esperienze e relazioni che sono la cifra più profonda del femminismo.

 

Vincenza Perilli  è ricercatrice indipendente e artista del precariato. Lavora in particolare su storia dei femminismi, memoria coloniale, studi visuali, studi critici sulla razza e la bianchezza. Ha una predilezione per le scritture e le esperienze collettive: ha co-curato i volumi La straniera. Informazioni, sito-bibliografie e ragionamenti su sessismo e razzismo (con Chiara Bonfiglioli e altre, Quaderni Viola, Alegre, 2009), Femministe a parole. Grovigli da districare (con Sabrina Marchetti e Jamila H. Mascat, Ediesse, 2012) e, più recentemente con Sara Garbagnoli Non si nasce donna. Percorsi, testi e contesti del femminismo materialista in Francia (Quaderni Viola, Alegre, 2013). Di prossima pubblicazione Transformations without Revolutions? How Feminist and Lgbtqi Movements Changed the World (con Sabrina Marchetti e Elena Petricola, special issue di Zapruder World) e, per la collana sessismoerazzismo di Ediesse, la sua prima monografia. Fa parte della redazione della rivista Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale e del nucleo fondatore di InteRGRace - Interdisciplinary/Intersectional Research Group on Race and Racisms (http://www.intergrace.it/).

 Abstract

 "Femminismi in rete”

Come già rilevato da molt@, negli ultimi decenni l’impatto dei nuovi media e soprattutto della rete internet, ha modificato radicalmente il rapporto con la memoria e la storia e quindi con le forme tradizionali di narrazione del passato, così come le modalità di fruizione/circolazione di saperi, teorie e pratiche, anche femministe.

Con la cautela dettata dalla consapevolezza che l'accessibilità a questi strumenti è ancora marcata da potenti dissimmetrie (lungo assi quali la classe, il reddito, il genere, la “razza” …), vorrei proporre un percorso tra alcuni luoghi della rete – archivi e riviste digitali, siti, blog …–, per metterne in luce i punti di forza ma anche criticità e fragilità. Un tentativo per far emergere domande e spunti di riflessione intorno all'impatto che questi luoghi hanno sulla trasmissione della memoria/storia dei femminismi, di come questa memoria/storia venga ri-elaborata e ri-attivata dalle cosiddette “nuove generazioni femministe” attraverso pratiche (sia teoriche che di attivismo politico) anche all'interno della rete in una prospettiva transnazionale e intersezionale.

 

Antonella Petricone si è laureata in Scienze Umanistiche nel 2003 a Roma con una tesi sul Carteggio d’amore tra la scrittrice Sibilla Aleramo e la filosofa Lina Poletti. Ha conseguito un Dotto-rato in Storia delle Scritture femminili nel 2008, con una tesi su: La memoria dei corpi, i volti della violenza. Tra vissuti e narrazioni, dialogo tra Etty Hillesum e le donne sopravvissute alla Shoah. È socia fondatrice di Befree, cooperativa sociale contro tratta, violenze, discriminazioni e  attualmente lavora come operatrice antiviolenza presso lo sportello sosdonnah24 di Roma capitale, servizio dedicato al sostegno di donne vittime di violenza. Ha collaborato a "Turba/menti di sguardi e di corpi" in Figure della complessità. Genere e intercultura, a cura di L. Borghi e C., Cagliari 2004; ha pubblicato "Il desiderio che si racconta", in Leggendaria, n. 60, ge. 2007, "Figur/azioni" in Leggere donna, n. 126, ge-feb. 2007, e "Poesia di un amore unico nell’esperienza di Sibilla Aleramo", in Corrispondersi, a cura di C. Barbarulli e M. Farnetti, Milano 2008. È stata curatrice e promotrice della Mostra Sex- Zwangsarbet in NS-Konzentrationslagern, sulla prostituzione forzata nei lager nazisti, esposta per la prima volta in Italia a gennaio del 2010 presso il Museo della Liberazione di Via Tasso. Fa parte della staff organizzativa del campo donne di Agape, del collettivo “Le acrobate” con cui ha partecipato alla Scuola e Laboratorio di cultura delle donne organizzato da C. Barbarulli e L. Borghi, e dal 2011 organizza e promuove la scuola estiva della Cooperativa Be Free.

Vedi presentazione del gruppo di lavoro 2.

 

Anna Picciolini: Ho lavorato per più di quarant’anni fra Roma e Firenze come insegnante, sociologa e giornalista pubblicista. Impegnata in politica da cinquant’anni (ho cominciato all’Università) ho alternato momenti di politica delle donne con incursioni nella politica “mista”. L’impegno politico a sinistra è stato sempre motivato dalla ricerca di nuove forme di organizzazione e dalla scommessa  sulla possibilità di uno spazio politico in cui diverse soggettività possano interagire e lavorare per un cambiamento radicale dello stato di cose presente. Dall’impegno nella politica mista mi sono ciclicamente allontanata ogni volta che questa scommessa mi è apparsa destinata al fallimento. Dall’impegno nella politica delle donne, nonostante tutto, credo che non mi allontanerò mai.

Attualmente questo impegno si esprime nella partecipazione al Giardino dei Ciliegi, a Libere tutte, a Ipazia oltre che al Paese delle donne. Ma quest’ultimo impegno è adesso abbastanza intermittente.  Vedi  http://www.youtube.com/watch?v=DW_IF-FIjAQ e [Letture]

 Abstract dell’intervento

Il Paese delle donne è il nome di un’associazione che ha quasi trent’anni. Nasce per iniziativa di un piccolo gruppo di giornaliste femministe che aprono sul quotidiano Paese sera uno spazio dedicato a quanto le donne, associate o no, fanno, dicono, pensano. Nel 1987 l’associazione dà vita a una pubblicazione settimanale che prende il nome di Foglio del Paese delle Donne. La pubblicazione non va in edicola ma vive degli abbonamenti postali, oltre che del lavoro giornalistico volontario, pagando la tipografia e chi si occupa della spedizione.

Il Foglio, chiamato anche foglio rosa, dal colore della carta su cui viene stampato, è in quegli anni forse l’unica fra le pubblicazioni femministe che ha una periodicità settimanale.10 anni dopo apre un’edizione on line, che per alcuni anni vive in parallelo con l’edizione cartacea.  Dal 2006 a causa degli aumentati costi della carta e soprattutto della posta, resta soltanto il sito.

Di questa vicenda vorrei mettere in luce  alcuni aspetti: Il modo di fare informazione; le modalità del lavoro della redazione; i rapporti fra generazioni nel gruppo; i rapporti con lo sviluppo dei femminismi begli anni ‘90; cos’è oggi il Paese delle donne on line.

 

Anna Scattigno ha insegnato Storia della chiesa moderna e contemporanea presso il dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Pisa; a Firenze ha insegnato Cristianesimo e storia di genere, poi Storia della chiesa nei corsi di laurea specialistica in Beni archivistici e in Lingue e culture dell’Oriente antico e moderno.

È socia fondatrice della Società italiana delle Storiche della quale è stata in passato presidente. Fa parte del consiglio direttivo dell’Associazione Archivio per la memoria e la scrittura delle donne presso l’Archivio di Stato di Firenze e nel contesto delle attività dell’associazione ha diretto con Alessandra Contini un progetto pluriennale di ricerca volto al censimento e alla regestazione dei fondi di scrittura femminile conservati presso gli archivi di Stato della Toscana, gli archivi privati, i fondi manoscritti delle principali biblioteche toscane, gli archivi conventuali. Il progetto che è stato all’origine di iniziative analoghe in altre regioni italiane, ha prodotto due volumi dal titolo Carte di donne. Per un censimento regionale della scrittura delle donne dal XVI al XX secolo, Edizioni di Storia e Letteratura, 2005 e 2007.

Si occupa di storia della santità in età moderna e contemporanea, di storia delle comunità religiose femminili tra l’età moderna e l’età contemporanea e di letteratura mistica; in questo ambito ha pubblicato di recente Sposa di Cristo. Mistica e comunità nelle visioni di Caterina de' Ricci. Un testo inedito, Edizioni di Storia e letteratura, 2010. Con riferimento all’età contemporanea, i suoi interessi sono rivolti alla storia delle donne, in particolare sotto il profilo della politica e più in generale della partecipazione alla vita pubblica. In questo ambito ha curato con altre Il femminismo degli anni Settanta. Viella, 2005; Una democrazia incompiuta. Donne e politica in Italia dall'Ottocento ai nostri giorni. FrancoAngeli, 2007.

 

Abstract

 Memoria e Genesis.   Imposterò il mio intervento sul rapporto delle due riviste con il femminismo, a partire da un discorso di generazione. IL numero oro di Memoria (1987)dedicato al femminismo degli anni Settanta intrecciava memoria e storia,  percorsi  individuali e ricostruzioni tematiche.  Intendeva travalicare la tradizione orale dei vissuti con un materiale scritto, inteso come inizio di “scavo” e di ricerca; affermava come urgente e ormai matura un’opera di trasmissione.

Un lungo iato separa questa prima riflessione dalla ripresa del tema da parte della Società Italiana delle Storiche, nel 2004, quando si inaugurò proprio con il femminismo degli anni Settanta il nuovo progetto di Scuola Estiva, conclusa ormai l’esperienza di Pontignano.  Pregi e limiti di quel lavoro e del libro che ne uscì (Viella 2005) saranno illustrati brevemente nell’intervento. Fece seguito al volume di Viella nel 2006 un altro libro, per Manifestolibri, Altri femminismi. Corpi, culture, lavoro (2006). Ma già Genesis, al IV anno di pubblicazione, e con una redazione rinnovata, apriva nel secondo numero del 2005 uno sguardo sui femminismi  oltre l’Europa. Negli anni, con l’apertura della rivista a collaborazioni giovani, il tema è stato oggetto di un’attenzione rilevante, sia nei numeri monografici che lo recano nel titolo sia nei numeri che con diversa titolazione vi fanno tuttavia riferimento. Anche nella Scuola e all’interno della Società si è aperta del resto  una discussione attorno ai femminismi che coinvolge più generazioni e ha segnato anche interventi nel dibattito pubblico.

 

Piera Zani è laureata in lettere classiche presso l'Università degli Studi di Milano, vive e insegna a Brescia, dove è stata tra le fondatrici dell'associazione lesbica Pianeta Viola. Nel 1998 e nel 1999 ha collaborato con Azione Gay e Lesbica di Firenze al progetto "Daphne", "Chi sono quella ragazza, quel ragazzo", promosso dall'Unione Europea per combattere la violenza nei confronti dei giovani gay e lesbiche, curando la formazione degli insegnanti.

Dal 1998 è fra le owners della Lista Lesbica Italiana, dedicandosi in particolar modo alle attività di formazione sia nei meeting di LLI sia nei diversi Corsi Owner che sono stati proposti.

Collabora al portale della Lista Lesbica www.listalesbica.it e si dedica in particolare alla politica lesbica e alla recensione di pubblicazioni inerenti al genere in ambito letterario.

Socia Fondatrice dell'Associazione Lista Lesbica Italiana, ha collaborato con l'Associazione scout laica CNGEI partecipando e contribuendo a progettare interventi educativi e di formazione contro l'omofobia diretti a Lupetti, Esploratori ed Esploratrici, Rover e Capi Unità.

 

Abstract

Due le esperienze più grandi: non tanto la fondazione, quanto la permanenza, lo stare e il dialogare in un gruppo lesbico, Pianeta Viola, che esiste da vent'anni a Brescia; la gestione di una mailing list, Lista Lesbica Italiana, con un passaggio continuo, uno stiramento costante fra virtuale e reale.

Sono due esperienze connotate da una forte presenza degli affetti, dal dolore degli abbandoni, dalla gioia dei nuovi incontri.

Punto focale dell'esperienza del Pianeta Viola è stata l'incontro, e anche lo scontro, fra generazioni, la condivisione di un tempo disteso prendendosi il lusso di crescere insieme.

L'esperienza della Lista Lesbica, con i suoi meeting, il portale, i diversi siti, le attività in real life è invece caratterizzata da una vicinanza quotidiana tramite una scrittura che progetta, ma che anche e soprattutto racconta della vita di ciascuna di noi, una scrittura che ci permette di conoscere moltissimo delle altre, sempre e comunque tramite le parole, e una grande distanza geografica che si azzera in alcuni momenti speciali.

 

I gruppi di lavoro

Domenica 7 dicembre

 Nella prima fase della discussione (10.00-15.30) verranno individuati dei nodi  che saranno sottoposti poi, nella seconda fase (15.30-17.30), alle partecipanti dell’altro gruppo di lavoro. Chi era nell’altro workshop avrà quindi l’opportunità di risolvere, riformulare, modificare le questioni formulate dalle partecipanti alla prima fase. La terza fase (18.00-19.15) prevede un’assemblea plenaria in cui le coordinatrici e le partecipanti si ritroveranno di nuovo tutte assieme per formulare le conclusioni dei dibattiti e sperimentazioni portate avanti durante la giornata.

Gruppo di lavoro 1: "Relazioni e assetti politici nelle forme di intimità"

Coordinato da Alessia Acquistapace e Elisa Coco

Parlare dell'intreccio fra lavoro, non lavoro, sessualità e affetti oggi chiama in causa l'intimità non meno che l'economia politica. Ciò che viene sfruttato nel mercato del lavoro contemporaneo non è proprio la nostra affettività, la nostra intimità, le nostre reti di relazioni, il nostro bisogno di riconoscimento per quello che facciamo o per quello che “siamo”? le nostre capacità di cura, di seduzione, i nostri corpi desideranti, le nostre passioni?

Come costruire allora un'affettività che sia in grado almeno in parte di sottrarsi e opporsi a queste nuove, complesse forme di sfruttamento? C'è un rapporto fra l'economia della promessa in campo lavorativo e sentimentale?

Nelle galassie femministe, transfemministe e queer ci si sta dando da fare per smascherare e decostruire l'una e l'altra, ma anche per costruire reti di relazioni, pratiche di vita e pratiche politiche che aprano altri universi di senso e altre possibilità materiali. Sciopero delle donne, sciopero sociale, sciopero dai/dei generi, rifiuto del lavoro gratuito, reddito di autodeterminazione, rideclinazione sul presente delle analisi femministe degli anni '70 sul lavoro domestico e di cura, divenute ormai strumento capace di leggere tutte le forme di lavoro, pur nella varietà dei dispositivi che servono a mettere al lavoro le diverse identificazioni di genere: sentiamo il bisogno di un  workshop che ci permetta di mettere in comune difficoltà e bisogni ma anche come, da luoghi e con modalità diverse, abbiamo incominciato a lavorare su questi nessi.

Gruppo di lavoro 2: “Condivisioni: Lavoro, Cittadinanza, Spazi, Tempi”

Coordinato da Sabrina Marchetti e Antonella Petricone

 Prenderemo spunto dal doppio significato della stessa parola “condivisione” (come unione di “con” e “divisione”) per parlare della relazione fra donne come una relazione animata sia da elementi di unione, solidarietà, partecipazione, che da momenti di separazione, conflitto e distanza. Temi quali lavoro, cittadinanza, spazi e tempi offrono l’esempio di ambiti in cui la relazione con altre donne può essere vissuta sia come conflitto, gerarchia, competizione, che come terreno di alleanze e rivendicazioni comuni. La sfida per questo workshop è arrivare a una prospettiva che ci consenta di conciliare queste tensioni, per un’azione e un pensiero politico collettivo. Quale forma acquistano queste esperienze femministe nella società e nella politica? Dopo un giro di presentazione, si entrerà nella prima fase della discussione (10.00-15.30) invitando le partecipanti a condividere il proprio punto di vista su questi temi. Chi appartiene a gruppi con esperienze pratiche o di ricerca su questi temi avrà l’occasione di illustrarle alle altre. Per tutte, sarà l’opportunità per partecipare un processo di elaborazione collettiva in cui proporre pratiche, idee, visioni e mettersi in gioco nello scambio con le altre. Lo scopo di questa prima fase è l’individuazione di alcuni nodi fondamentali che saranno sottoposti poi, nella seconda fase, alle partecipanti dell’altro gruppo di lavoro.

 

Il Giardino dei Ciliegi Via dell'Agnolo, 5  -  50121 Firenze
Telefono e Fax : 0552001063 - e-mail: ilgiardinodeiciliegi@gmail.com