Alice nel paese delle domandine
Leggere fa evadere, spesso anche
scrivere. Lo dimostra l'iniziativa della scrittrice, artista e
insegnante Monica Sarsini che per l'associazione "Il Giardino
dei Ciliegi" svolge da tre anni un corso di scrittura creativa
presso il carcere femminile di Sollicciano, alle porte di
Firenze.
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E' una segregazione non solo
fisica, ma soprattutto mentale quella che raccontano le donne
recluse nell'istituto penitenziario. Una quotidianit� vuota,
puntualmente scandita da orari, percorsi e prassi che si
ripetono, e caratterizzata dalla quasi assenza di proposte
culturali o formative.
A dare il titolo al volume � la "domandina", ossia il modo
svilente per indicare il modulo da sottoporre alla direzione per
qualsiasi richiesta extra (dall'acquisto di uno shampoo alla
visita medica).
Forse l'unica eccezione a questa realt� di negazione, fatta
di controllo e limiti, � proprio il corso di Monica Sarsini:
nessuna traccia, si scrive in piena libert�. In questi tre anni
Monica Sarsini raccoglie i testi e, per la pubblicazione, decide
di organizzarli in capitoli, ognuno dei quali racchiude un tema:
In carcere, Cibo, Il panneggio (ovvero l'uso dei panni per
comunicare dalle finestre con gli uomini detenuti nella sezione
di fronte con una sorta di alfabeto morse) ... Uomini, Figli,
Colloqui, solo per citarne alcuni.
Dieci voci che di capitolo in capitolo tornano e si
alternano, dove fa capolino anche l'insegnante che, come tenesse
un pennello al posto della penna, ritrae le persone e abbozza
sfondo e ambienti.
I pensieri e i ricordi delle donne faticano ad allontanarsi
dal carcere, tutto sembra essere assorbito da questa esperienza.
Traspaiono la solitudine, l'attesa, la tenacia, l'equilibrio
precario.
Resta da domandarsi come dovrebbe evolvere la formula
carceraria per essere concretamente riabilitativa piuttosto che
solo ghettizzante e punitiva.