La finestra, l’attesa, la scrittura, ragnatele del sé in epistolari femminili dell’800
(tratti dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve S. Stefano)
Eugenia, Eufrosina, Catterina sono donne in attesa dell’unico evento possibile nell’800, il matrimonio, e aspettano le lettere dell’innamorato “a guisa di carabiniere in sentinella”, leggendole poi “mille e mille volte”, “colla dolce speranza” di riceverne ancora.
Gli epistolari di questa raccolta rispondono a un bisogno immediato di comunicazione: sono infatti scritti assolutamente privati, senza cioè alcun intento letterario, in cui la stesura grammaticale è quella parlata. Queste lettere, che segnano la scansione del quotidiano, del tempo domestico, sono legate a donne nell’intimità della casa che, di solito, si pongono come soggetto di amore da donare. La pagina diventa lo specchio dove la donna proietta la sua immagine, ma un’immagine secondo il ruolo affidatole, come l’altro la vuole.
Una analisi, con breve antologia, sulle tematiche femminili, attingendo il materiale dall’Archivio di Pieve S. Stefano ed in particolare alle lettere di donne dell’800.
Hanno fatto parte del Gruppo Clotilde Barbarulli, Sandra Cammelli, Mara Baronti che è la Presidente del Giardino dei Ciliegi, Noemi Piccardi, Silvia Porto, Alessandra Vannoni. Inoltre il Gruppo ha lavorato sul tema della guerra, promovendo incontri e dibattiti sull’atrocità delle guerre di ieri e di oggi, riflettendo su scritti – diari e memorie – che hanno visto la prima e la seconda guerra mondiale come protagoniste della quotidianità di donne e uomini, ragazze e ragazzi: generazioni che si sono dovute misurare con la paura, la mancanza di libertà, l’arroganza del potere, a volte semplicemente con le restrizioni che la guerra – anche per chi non ne era direttamente colpito/a ed era magari connivente con il potere stesso – procurava.
Pubblicato da Luciana Tufani Editrice, 1997