Archivi dei sentimenti e culture femministe dagli anni Settanta a oggi
a cura di Clotilde Barbarulli e Liana Borghi
Edizione dell’Assemblea 2015
Questo volume raccoglie alcuni degli interventi presentati in occasione del convegno Archivi dei sentimenti e culture femministe dagli anni Settanta a oggi (Firenze 6-7-8 dicembre 2014), organizzato da II Giardino dei Ciliegi e dalla Società Italiana delle Letterate (SIL) con il sostegno della Regione Toscana e dell’Arci.
Il convegno era nato con l’intenzione di attingere all’archivio di memorie e sentimenti di generazioni diverse coinvolgendo collettivi, reti e gruppi di giovani donne, e blog che innovano linguaggio e forme della politica. Sono tante le giovani donne che si ritrovano per discutere, elaborare proposte politiche, prefigurare pratiche di cambiamento, ripensare non solo il rapporto fra i sessi ma anche l’economia, il lavoro e le regole della convivenza.
Per questo ci è sembrato necessario partecipare a questo dibattito tornando a parlare di femminismo in termini della sua complessità, in quanto insieme plurale di teoria/pratica politica dei molti femminismi che si succedono nel tempo e tuttora coesistono in ambiti diversi; e tornare a riflettere sul tema con uno sguardo che dagli anni Settanta arrivasseall’ondata dei gruppi odierni nell’intreccio tra femminismi e movimenti LGBTQI.
Volevamo capire meglio come il pensiero di donne e le pratiche politiche di impronta femminista reagiscono oggi alle complesse e difficili situazioni create dai flussi migratori, dalle seconde generazioni, dalle trasformazioni del lavoro, dalla perdita di diritti, e come si intrecciano con affetto, sessualità, convivenza, stile di vita. Da qui la suddivisione dei tre giorni in tre sezioni: Autobiografie im/politiche: memoria e riletture/rileggere il tempo; Corpi in politica: femminismi nel nuovo millennio; Archivi imperfetti dal passato a oggi.
Ma il tema portante era quello degli archivi affettivi che aveva animato il lavoro di quelle tante donne che avevano condiviso i nostri incontri di oltre quindici anni, all’ombra lunga del Giardino dei Ciliegi che era e continua a essere un luogo di contaminazioni possibili, di distribuzione di relazioni e di affetto tra chi ci lavora.