Quali Corpi Contano?          

                        

Un Convegno al Giardino dei Ciliegi

in collaborazione con la Società italiana delle letterate

Quali corpi contano? Mappe di inclusione/esclusione e politiche di resistenza

Venerdì 8 – sabato 9 dicembre 2023 Quali corpi contano? Mappe di inclusione/esclusione e politiche di resistenza

Via dell’Agnolo, 5 Firenze

 

venerdì 8 dicembre 15,30-19

sgretolare i confini, oltrepassare le frontiere

coordina Silvia Neonato

Introduzione di Clotilde Barbarulli

 Narrare le migrazioni: Con Alessandra Ballerini, Ophelia Nicole Berva e Annalisa Camilli  in dialogo con Pamela Marelli

Corpi fuori norma: soggettività LGBTQ+  e disabilità : Con  Elia Zeno Covolan e Fau Rosati, in dialogo con Elisa Coco.

 

Sabato 9 dicembre 9,30-13

Trame e linguaggi relazionali

Coordina Marta Monacelli

  Corpi non umani fra limiti e confini, Barbara Bonomi Romagnoli

Ecopoetiche femministe. I giardini di Maryse Condé e Jamaica Kincaid, Francesca Maffioli

Compost, queerizzare la natura per un corpo politico, Nina Ferrante

 Corpi delle insegnanti: con Laura Marzi e Roberta Ortolano, in dialogo con Antonella Petricone. 

15,30-19,30 Mappature e scritture impreviste

Coordina Roberta Mazzanti

Il corpo e la scrittura: Marilena Umuhoza Delli e Gabriella Ghermandi, in dialogo con Angelica Pesarini.

Città e movimenti transfemministi  con Giada Bonu Rosenkranz, Federica Castelli, Serena Olcuire.

A conclusione  Le Musiquorum 

Canto popolare prevalentemente delle donne con curiosità verso tutto il mondo del canto e verso tutti i generi.

Per informazioni barbarullim@gmail.com 

www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it  www.raccontarsialgiardino.org

 


Presentazione del Convegno Quali corpi contano?

Mappe di inclusione/esclusione e politiche di resistenza 8-9 dicembre 2023

La recente pandemia non ha messo in discussione la gerarchia dei corpi esistente, anzi l’ha evidenziata: il corpo di un siriano in un campo profughi o di un europeo benestante o di una donna in una baraccopoli a Johannesburg ad esempio non sono equiparabili. Anche finito il pericolo del virus, tutto è tornato come prima, anzi sono in aumento le frontiere territoriali e non, materiali o immateriali, statali o fisiche: tutti questi diversi confini punteggiano la superficie del mondo, che sempre più assomiglia a una zona di frontiera universale e onnicomprensiva, espressione della molteplicità dei rapporti di potere che si sviluppano nello spazio escludendo quei corpi che non contano a causa delle discriminazioni abiliste, di genere e sessualità, razza e classe.

Alcuni corpi sono marginalizzati, strumentalizzati, colonizzati, malrappresentati, invisibilizzati e zittiti nelle politiche e nell’immaginario dominante: i corpi di migranti, i corpi LGBTQ+ disabili/tati, i corpi non umani, i corpi razzializzati delle scrittrici afroitaliane, i corpi nella scuola, i corpi delle trans/femministe che chiedono una città diversa, accogliente e articolata secondo bisogni e desideri.

Se i modelli sociofamiliari conducono, ancora oggi, nel privato e non solo, a una spirale di sfruttamento, controllo, violenza, il corpo resta comunque un luogo di espressione del desiderio (Eve Ensler).
Dalle intra-azioni dei corpi emerge, per Barad, la nostra soggettività, la nostra agentività, la capacità di agire. I corpi sono assemblaggi formati da connessioni ricorrenti, necessarie per comporli e scomporli, performarli. Sono “carne sociale” che vive in relazione mediata e organica con l’ambiente. La materia, organica e inorganica, è in costante trasformazione attiva: performa, cambia, diventa con noi, come noi.

Se non riusciamo a trarre lezione dall’emergenza avvenuta per non essere più estrattor* ma rammendator* (Latour), tuttavia il compost come modello di pensiero critico interroga l’etica della ricerca, come la teoria della sacca di Le Guin si fa scrittura in precise ecologie e pratiche. Diritti e spazi, autodeterminazione e riconoscimento dell’interconnessione, liberazione, autorappresentazione e lotta per la giustizia sociale: è questo che rivendicano e praticano i corpi dai margini, perché non esistono, non devono esistere corpi invisibili e corpi che contano meno rispetto ad altri.

Perciò varie forme di resistenza si oppongono alle politiche e agli immaginari dominanti, e, come la scrittura, esprimono il desiderio di varcare e sabotare i confini, inventare idee, immagini e parole “che viaggiano lungo il corpo e si fanno eco nella mente di un qualcosa di diverso” che ancora non esiste (Anzaldùa).

Clotilde Barbarulli, Barbara Bonomi Romagnoli, Giada Bonu Rosenkranz, Elisa Coco, Pamela Marelli, Laura Marzi, Antonella Petricone.

Per informazioni barbarullim@gmail.com www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it

Partecipanti

Programma

Quali Corpi Contano? Convegno al Giardino dei Ciliegi
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