Il “Gruppo Parola di Donna” ha lavorato al Giardino dei Ciliegi per molti anni, ha curato la presentazione di libri ed incontri con autrici, ha indagato anche sulla parola scritta di donne comuni per dar loro voce: accanto alla Storia, quella ufficiale, ci sono altre storie (autobiografie, diari, lettere) per “raccontare e raccontarsi affinché la memoria resti viva ed alimenti la passione politica”, o semplicemente ci sia traccia di un’esistenza: “mi basta riprendere la penna in mano per darmi un’illusione che possiate almeno ascoltarmi”.
Ha pubblicato con Luciana Tufani Editrice una ricerca dal titolo “La finestra, l’attesa, la scrittura – ragnatele del sé in epistolari femminili dell’800”: un’analisi, con breve antologia, sulle tematiche femminili, attingendo il materiale dall’Archivio di Pieve S. Stefano ed in particolare alle lettere di donne dell’800. Hanno fatto parte del Gruppo Clotilde Barbarulli, Sandra Cammelli, Mara Baronti che è la Presidente del Giardino dei Ciliegi, Noemi Piccardi, Silvia Porto, Alessandra Vannoni.
Inoltre il Gruppo ha lavorato sul tema della guerra, promovendo incontri e dibattiti sull’atrocità delle guerre di ieri e di oggi, riflettendo su scritti – diari e memorie – che hanno visto la prima e la seconda guerra mondiale come protagoniste della quotidianità di donne e uomini, ragazze e ragazzi: generazioni che si sono dovute misurare con la paura, la mancanza di libertà, l’arroganza del potere, a volte semplicemente con le restrizioni che la guerra – anche per chi non ne era direttamente colpito/a ed era magari connivente con il potere stesso – procurava.
Nel 2002 il gruppo ha partecipato al Laboratorio interculturale “Raccontar(si)” riflettendo appunto sul tema “Le donne e la guerra”
E’ questo un tema che a “Parola di Donna” ed al Giardino dei Ciliegi preme molto dibattere, perché l’Italia – per limitarsi agli ultimi eventi – è stata coinvolta in una guerra in Iraq e noi siamo contro la guerra. Come avevamo scritto nell’editoriale del nostroAnnuario2002/2003 a proposito de “‘i venti di guerra”, infatti, questi tendono a rendere sempre più difficile la possibilità di piazze aperte e di spazi democratici, non isolano il terrorismo ma lo alimentano scatenando sempre più fanatismi e fondamentalismi, colpiscono solo le persone più deboli. Dobbiamo – come ha detto Lea Melandri -“…riconoscere ….alla luce di nuove consapevolezze, che le guerre hanno anche impedito di affrontare a fondo i conflitti, di risalire alle cause dell’odio che le muove, di prevenirle, di creare le condizioni per una migliore convivenza umana”.
Il “Gruppo Parola di donna” ha creduto che conservare la memoria sia cosa importante, un patrimonio che va portato a conoscenza di tutte/i: il pensiero va pertanto ad Annarita Buttafuoco che a Milano, dopo aver istituito la Fondazione “Elvira Badaracco”, dà vita agli “Archivi Riuniti delle donne”, che si affermano come un centro di conservazione di fondi archivistici di rilevanza nazionale ed internazionale, nonché come luogo di studio per giovani ricercatrici. Non si può non ricordare anche l’Archivio Diaristico di Pieve S. Stefano fondato da Saverio Tutino, con il quale per anni abbiamo collaborato , che vorremmo anche in questa occasione ringraziare per aver sempre condiviso il nostro lavoro di ricerca e il nostro impegno a ‘coltivare la memoria’ e per la disponibilità a fornirci il materiale.
Le donne e la guerra
a cura del Gruppo Parola di Donna del Giardino dei Ciliegi di Firenze
(Clotilde Barbarulli, Sandra Cammelli, Noemi Piccardi, Silvia Porto, Alessandra Vannoni)
Questo scritto, relativo alla seconda edizione del Laboratorio interculturale “Raccontar(si)” 2002 (organizzato dalla Società italiana delle letterate e dal Giardino dei Ciliegi) è stato poi rielaborato e pubblicato in: “Visioni in/sostenibili. Genere e intercultura” a cura di Clotilde Barbarulli e Liana Borghi, Cagliari, CUEC, 2003.